La quasi totalità dei cognomi presenti a Casal Cermelli apparteneva a famiglie autoctone abitanti il piccolo centro urbano i Cermelli di ogni rango risiedevano in abitazioni intorno al castello ubicato nell'odierna Piazza Marconi, gli Straneo nei loro palazzi sui fronti opposti lungo la strada per Castellazzo B.da, i Barco nella grade corte di vicolo Trinità ed i nobili Trotti nell'enorme fabbricato (poi divenuto proprietà Franzini).

 Altre famiglie risiedevano a Casal Cermelli: I Nizzo, gli Scoglia, gli Ercole, i Maranzana, i Rivera ed i Pollarolo tutti insediati in centro paese.

I Gandini ed i  Bastianino avevano invece "colonizzato" due distinte zone del territorio comunale: mentre i primi abiatvano per lo più qella parte di paese tra la Cavalla e la Rossina (fino a pochi anni fa infatti la maggior parte dei cascinotti delle vie dei Boschi e Martina erano di proprietà di famiglie Gandini) i Bastianino avevano tutte le loro dimore su entrambe la sponde del torrente Orba, nella porzione di territorio limitrofa al corso d'acqua. Anche l'attuale "El Caminito",  sull'argine in spoda destra in tempi passati era abitazione di una famiglia Bastianino che per errore di trascrizione dell'ufficio anagrafico comunalevenne poi, da allora chiamata Bastiera.

Proprio per la loro vicinanza al torrente i Bastianino legarono il proprio nome a tutto ciò di buono o di cattivo l'Orba potesse portare.

I Bastianino di Casal Cermelli furono per generazioni oltre che ortolani ed agricoltori, pescatori professionisti, cercatori d'oro e soprattutto traghettatori. Molti ricordano ancora il "Chëii" al secolo di Michele Ronza ultimo gestore della "piònca", attività ereditata dal suocero "Rìcu" [Enrico Bastianino]. La "piònca" era una passerella in legno che collegava, a pagamento, la sponda sinistra al ghiaione asciutto sulla riva opposta, permettendo di attraversare a piedi il torrente vista l'inesistenza di qualunque ponte. Ancorata con una "lansòuna" [cavo di acciaio] ad una riva per impedirne la perdita durante le piene, era costruita con legno di "òugna rùša" [ontano rosso], legno immarcescente anche in acqua, e rimasero in servizio sino alla metà degli anni '30 del XX secolo. I Bastianino "navarò" [traghettatori] avevano la gestione del barcone che permetteva l'attraversamento del torrente, durante le piene, anche di carri trainati da animali. Questo natante ancorato alle rive per mezzo di una cavo d'acciaio prestò il suo utile servizio fino ai primi del 1900. Anche i "purcëii" utilizzati dai Bastianino traghettavano velocemente pedoni sull'opposta riva.

Il soprannome dei Bastianino "Manàgia" deriva da un fatto accaduto nel XVII secolo e tramandato di padre in figlio per centinaia di anni.

Nel 1600 l'Orba correva in quella lingua di terra ancor oggi denominata Orbetta, confinando in sponda destra con il "prà dra nàv" [prato della nave] ovvero il prato ad ovest della T.ta Torre un tempo dotato di attracco per le barche. La Torre a quel tempo era di proprietà dei Frati Domenicani del convento di S. Croce in Bosco M.go e i religiosi sovente facevano ricorso al "navarò" e alla sua barca per gli attraversamenti.

Un giorno Bastianino condusse due frati domenicani sulla riva opposta dell'Orba girando poi l'imbarcazione per tornare a casa. Poco dopo, da dietro i cespugli che costeggiavano il corso d'acqua, sentì i religiosi invocare aiuto perchè aggrediti da tre briganti appartenenti ad una delle tante bande che infestavano la zona. Immediatamente il barcaiolo corse verso gli assalitori imbracciando un remo ma, nel tentativo di allontanarli, colpì un malvivente con un fendente uccidendolo e mettendo in fuga i suoi complici.

Il convento si sentì così in dovere di proteggere da eventuali ritorsioni il giovane Bastianino nascondendolo presso una proprietà ecclesiastica a Ventimiglia. Bastianino rimase in quella città due anni dopodichè, forse individuato dai complici dei banditi, dovette riparare in un convento a Napoli dove restò per altri 15. Passato tutto quel tempo fece così ritorno a Casal Cermelli portando però con sè un intercalare campano che ripeteva in continuazione: "Mannaggia".

Il "mannaggia" napoletano fu "piemontizzato" eliminando semplicemente le doppie e divenne il soprannome di quel ramo di Bastianino che da allora fu chiamato "MANÁGIA".