Curiosità

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Casà pais d'urtlöu, Casà pais diŗ tumatichi e di cói,
-Casal Cermelli paese di ortolani, Casal Cermelli paese dei pomodori-
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Era la mattina del 15 febbraio del 1961 quando mia madre mi prese per mano e con in braccio mio fratello Francesco mi disse: Vieni a vedere, il sole se ne sta’ andando via. Io avevo appena compiuto 5 anni ma ricordo bene quell’avvenimento inconsueto, affacciati alla finestra del piano superiore, si vedeva bene il cortile, la mattina era fredda ed i rami degli alberi erano rivestiti di un sottile strato di brina, il sole appena sorto, era offuscato da una sottile nebbia ma riusciva comunque a rischiarare bene il cortile e si poteva vedere
Leggi tutto: 15 febbraio 1961: l'eclissi di sole a Casal Cermelli
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Nel dopoguerra la comunità casalcermellese dovette rapportarsi con una prima immigrazione di lavoratori agricoli provenienti dal Veneto mentre, dalla fine degli anni 50 primi anni ‘60, con una seconda di origine meridionale (soprattutto calabrese).
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Su iniziativa del Podestà Cav. Giuseppe Boidi nel 1932 l’impresa edile Eligio Fornasari costruì le scuole elementari di P.za S. Carlo, precedentemente infatti i locali utilizzati, angusti e sporchi, erano ubicati sotto i portici municipali e nel palazzo Cermelli sul fianco della Società Cattolica.
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Nel 1922 Casal Cermelli e Bosco Marengo furono i primi paesi della zona ad essere serviti dall’energia elettrica grazie alla “Società Elettrica” fondata a Bosco M.go dall’Ing. Pelli, svizzero laureato al Politecnico di Zurigo e compagno di studi del più noto Einstein. Purtroppo nel 1929, su uno di questi pali della luce, morì fulminato il l4enne Giovanni Bruno, mentre andava per nidi lungo l’Orba.
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Agli inizi del 1800, quasi tutti i piccoli fabbricati rurali furono rialzati di un piano per far posto ai solai, con funzione di granai, così da poter stoccare le granaglie raccolte nelle prime piccole proprietà terriere. Precedentemente i raccolti delle campagne, di esclusiva proprietà delle famiglie nobili, venivano direttamente consegnati a loro.
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Negli anni 1930 su progetto dell’ingegner capo della provincia Morato fu costruito un tronco stradale con funzione di circonvallazione. La spesa, per la maggior parte a carico della Provincia stessa, gravò sul bilancio comunale per “sole” l5mila lire. Il suo tracciato, compreso tra l’incrocio di via Cavallari e via Alessandria e quello tra via Ovada e via Cavour.
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Nel 1901 venne inviato a Casal Cermelli il parroco don Giovanni Ferraris di Quargnento, meglio conosciuto come “don Paiòu”. La nomina provocò il malumore della nostra comunità. I Casalcermellesi infatti avrebbero preferito don Cesare, che oltre ad avere parentele in paese, sostituì temporaneamente il defunto Don Paolo Argenteri.
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Tra il 1962 e il 1966 grazie al contributo statale, il nostro paese fu servito dalle reti idriche e fognarie così che i secolari fossi di scolo furono ritombati. Nello stesso periodo la rete idrica, alimentata dal pozzo comunale presente nel cortile delle scuole, sostituì i diversi pozzi privati. Nel 1973 si completò la costruzione dell’attuale torre dell’acquedotto per dare una giusta autonomia e pressione alla linea stessa.
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A metà degli anni ‘60 vennero costruite dall’impresa edile del Geom Ferraris di Castellazzo, le case popolari di via Roma, che furono abitate principalmente da famiglie di salariati provenienti dalle cascine.Alla costruzione di queste case contribuì con il poroprio lavoro anche un nostro concittadino, Urano GRATTAROLA nella qualità di responsabile di cantiere.
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Nel 1907 l’lng. Giovanni Franzini destinò una cospicua parte del suo patrimonio al Cottolengo permettendo l’apertura di un asilo, un ricovero per anziani e una farmacia gestiti, dalle suore, che in precedenza gestivano “l’Asilu vég” in via Gerbida.
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Nei primi anni del 1800 fu creato il collegamento tra Casal Cermelli e Retorto. Attraversando e smembrando la C.na Merlana ha creato l’attuale assetto urbanistico di Portanova. Il vecchio tracciato invece passava nella C.na Merlanetta, raggiungeva la C.na Merlana, si collegava a Portanova Vecchia con la strada sotto riva e quindi proseguiva per Retorto attraverso una strada che costeggiava il t. Orba.